Museo di geologia, paleontologia e
mineralogia delle Dolomiti agordine


Sito in una delle scuole con indirizzo minerario più antiche d’Italia (edificata nel 1867), il museo geominerario dell’Istituto Follador ospita una sapiente commistione tra geologia, storia e tecnica del lavoro in miniera. Frutto di un’esperienza e di una storia in loco secolare, gli attrezzi, gli abiti da minatore e la strumentazione topografica, posti in relazione tra loro, si raccontano costituendo una vera e propria ‘arte mineraria’ a partire dall’antichità fino al secolo scorso.

Il Museo di geologia, paleontologia e mineralogia delle dolomiti agordine occupa i due piani dell’edificio “'ex macello” di Agordo. Una grande immagine (4x2 metri) della scarpata di scogliera delle Pale di San Lucano, con relativo disegno esplicativo, accoglie il visitatore che entra in museo, seguono alcuni campioni di rocce della serie stratigrafica delle Dolomiti e alcuni esemplari di minerali di grandi dimensioni, tra cui una fluorite con cristalli di 20 cm e una siderite di 3 quintali. Alcune vetrine verticali raccolgono la sequenza stratigrafica, divisa nei periodi geologici, dell'agordino: dal Basamento Cristallino Paleozoico alla più recente Maiolica (l’ultima fase del tardo Giurassico, approssimativamente tra 145 e 152 milioni di anni fa). In ogni bacheca sono illustrate le caratteristiche e la distribuzione delle formazioni geologiche e sono esposti campioni di fossili e minerali. Particolarmente rari gli esemplari emersi nelle rocce metamorfiche, come i graptoliti e i coralli, dell’area di Ponte Alto. E’ presente inoltre un rarissimo esemplare del crostaceo “Euthycarcinus kessleri HANDLIRSCH”. Anche le ammoniti esposte hanno elevato valore, sia dal punto di vista estetico che scientifico. Uno spazio è dedicato all’illustrazione dei processi di fossilizzazione con varie tipologie di fossili disposti secondo la sistematica paleontologica. Al centro della sala una vasca di vetro illuminata permette di ricostruire l’ambiente di scogliera tropicale con una ipotetica pista con impronte di dinosauro. Immagini molto grandi con i profili geologici dei gruppi montuosi di Marmolada, Civetta e Pelmo, con relative spiegazioni, illustrano le pareti del Museo insieme alla geologia e geomorfologia dell’Agordino. In una specifica sezione dedicata all'archeometallurgia sono descritti i processi di lavorazione dei minerali e dei metalli, anche attraverso alcuni plastici finalizzati alla ricostruzione della storia della metallurgia del rame, a partire dalla sperimentazione e dalle ipotesi sui modelli dei più antichi dei forni di fusione, sino a quelli medievali, relativi al complesso minierario bellunese di Valle Imperina, presso Rivamonte Agordino. Al piano superiore del Museo, un allestimento è dedicato alla strumentazione topografica con vasta esposizione di strumenti antichi, originali, e ricostruzioni fedeli del merkhet egizio e della groma romana. Qui trovano spazio anche le mostre temporanee del Museo.
Presso la ex sede della scuola, l’esposizione procede con una importante (nel complesso circa 3000 pezzi) collezione di minerali, italiani e stranieri, donati dai periti minerari testimoni di una “scuola attiva”, che infatti qui si sono formati, ma per mancanza di lavoro hanno cercato impiego altrove. Particolare attenzione è data ai minerali provenienti dai siti minerari di sfruttamento storico in territorio Agordino, come Valle Imperina, Valle di San Lucano, Valle di Gares, miniera di Caprile, miniera del "Fursil" posta tra Selva e Colle Santa Lucia. Tale collezione ha avuto inizio a partire dagli anni Venti del Novecento. Al piano terra della scuola una mostra permanente “Percorrendo i sentieri del tempo” illustra il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi seguendo un percorso che attraversa il tema dei fossili, della stratigrafia geologica, della tettonica e della lettura del paesaggio. Sono qui ospitati anche strumenti storici di topografia, di arte mineraria ed esplosivistica, all’interno dell’esposizione permanente: “Cinque secoli di storia, tecnologia e ingegno in Valle Imperina” a cura del perito minerario Gianfranco Mazzolli, con numerosi pannelli esplicativi e mappe originali della miniera, a partire dal 1600, dove il visitatore trova una nutrita raccolta di attrezzi e strumenti minerari insieme alla storia dell’abito del minatore.


Galleria sperimentale dell’Istituto “U. Follador”

Durata: 1,5 h

Descrizione itinerario: Visita ad una galleria ricostruita nell’ambito dell’Istituto Minerario realizzata perchè studenti e visitatori possano sperimentare e “ri-vivere” la realtà della miniera, oltre che conoscere una delle più importanti stazioni dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste per il monitoraggio dei terremoti.
L’itinerario indicato, facilmente percorribile grazie ai comodi sentieri attrezzati, percorre i più importanti ecotipi dell’area, visitabili lungo il sentiero anche con l’ausilio di una audioguida.

Stagione consigliata: tutto l’anno

Escursioni di ambito geologico e minerario presso l’area di Val Imperina

Durata: 1,5 - 3 h
Ubicazione/mappa: Val Imperina, Comune di Rivamonte Agordino e Vallalta, Comune di Gosaldo (BL). Per la descrizione dettagliata si fa riferimento al libro “Percorsi geologico-ambientali in Valle del Mis e Valle Imperina”

Descrizione itinerario: sono diversi i percorsi che, lungo facili sentieri, partono dal Centro Minerario del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, recentemente ristrutturato, e consentono un’interessante escursione a carattere geologico o mineralogico nell’area. Presso le miniere della Val Imperina, infatti, venivano estratti e fusi principalmente i minerali di rame ma anche, in misura minore,di argento, tramite un processo di lavorazione che presupponeva l’utilizzo di mercurio ottenuto dalla vicina miniera di Vallalta. Val Imperina e Vallalta costituiscono le due piu’ importanti e storiche miniere dell’Agordino: quindi le escursioni si sviluppano tra il torrente Cordevole e il bacino idrografico del torrente Mis, ponendo in connessione la prima e la seconda miniera, all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
La Val Imperina, caratterizzata da profonde forre, è impostata in corrispondenza della piu’ importante dislocazione tettonica delle Dolomiti, la Linea della Valsugana, una faglia che risale e 23 milioni di anni fa. Nell’alta Valle del Mis - Val Imperina la faglia porta a contatto le antichissime rocce del Basamento Cristallino Metamorfico (l’unita’ stratigrafica piu’ antica visibile nell’area dolomitica) con quelle della Dolomia Principale. Miniere e affioramenti minerari devono la loro presenza a questa unita’ di base, entrata in collisione con le formazioni sedimentarie calcareo-dolomitiche, geograficamente estese tra Cadore, Agordino e Primiero.
La pubblicazione dedicata ai “Percorsi geologico-ambientali in Valle del Mis e Valle Imperina” permette di conoscere il patrimonio geologico e geomorfologico compreso all’interno del territorio tra le due valli. Il primo geosito corrisponde, infatti, al villaggio minerario e metallurgico di Val Imperina nei pressi del torrente Cordevole, i cui affioramenti minerari sono stati sfruttati quasi continuativamente per circa cinque secoli, in particolare per estrarre la pirite cupifera da cui si otteneva il rame. La miniera di Vallalta è il secondo geosito da visitare, nell’alta valle del Mis, in un territorio totalmente abbandonato, ma dove è ancora possibile riconoscere qualche traccia di attivita’ mineraria, essendo la miniera dismessa solo nel 1963. L’estrazione era orientata prevalentamente al recupero di cinabro (solfuro di mercurio) e di mercurio liquido. All’interno di questo itinerario, una tappa davvero unica è offerta dalla Gola di Titele e dal Canyon della Valle del Mis: profonde incisioni di origine carsico-fluviale tra le rocce stratificate della Dolomia Principale. (Lo mettiamo direttamente come link? Il Canyon è un fenomeno di erosione carsica al quale concorrono nei processi di formazione e modellamento altri fattori come i processi fluviali e glaciali).
Un ulteriore itinerario, rappresentato dal geosito del conoide alluvionale di California, costituisce un esempio unico, dal punto di vista didattico, di evoluzione geomorfologica di un corso d’acqua: il geosito è infatti connesso all’eccezionale alluvione del 1966, durante la quale il torrente Gosaldo in piena ha distrutto completamente il nucleo abitato di California.

Stagione consigliata: da Aprile a Novembre

Museo di geologia, paleontologia e mineralogia delle dolomiti agordine

 

Pubblicazioni

  • Dolomiti di Cristallo: Minerali e Mineralogia nell’Agordino. Danilo Giordano. Agordo: Gruppo Agordino Mineralogico Paleontologico, 2008.
  • Il Paesaggio Nascosto : Viaggio nella Geologia e nella Geomorfologia del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Danilo Giordano, Lando Toffolet. Feltre: Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, 2002.
  • Percorrendo i Sentieri del Tempo: Con le Rocce e i Fossili del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Danilo Giordano. Agordo: I.T.I. Minerario U. Follador, 2005.
  • La Ricerca Mineraria I Roi di Rocca Pietore. Memorie Minerarie Agordine N. 1. Vittorio Fenti e Dino Preloran. Agordo: Istituto Geotecnico Minerario “U. Follador”, 2013.
  • I tesori della terra: Minerali, fossili, pietre preziosi. Maurizio Alfieri. Editore: Comune Ponte nelle Alpi.
  • Percorsi Geologico-Ambientali in Valle del Mis e Valle Imperina (Provincia di Belluno): Progetto Interreg IIIC Sud – Resnafront. Riccardo Campana, Anna Galuppo, Francesca Mastellone, Valerio Spagna, Federico Toffoletto, Angela Zanco. Verona: Regione del Veneto, 2007.
  • Agordini a Kosseir: storia di una comunità nelle miniere di fosfati in Egitto. Ildo Pellegrini; [a cura di Loris Santomaso e Manlio Monastier]. Feltre: Agorà, 2011.
  • Il centro minerario di Valle Imperina: dalla riscoperta al riuso. Raffaello Vergani. Estr. da: Le Dolomiti bellunesi, Natale 2006.
  • Il centro minerario di Valle Imperina e il suo recupero. a cura di Walter Salton, Antonio Pollazzon, Gianni Slompo. Venezia: Regione del Veneto, Dipartimento per l'informazione, Dipartimento per i lavori pubblici, Dipartimento per il turismo, 1995.
  • Minatori in Val Imperina : storia e antropologia di una comunità di montagna. Francesco Spagna. Seravella : Museo etnografico della Provincia di Belluno, 1998.