
Il museo si concentra sui temi di geologia, geomorfologia, paleontologia, archeologia e storia, in relazione a reperti rinvenuti nel territorio circostante.
Le sezioni di paleontologica e dell’archeologia preistorica sono fra le più note, poiché comprende l'esposizione di un enorme calco, riproducente la superficie del masso di Dolomia rinvenuto ai piedi del Monte Pelmetto dove sono state riconosciute impronte di diversi dinosauri.
Il tema dell'archeologia preistorica si incentra sulla sepoltura mesolitica dell'”Uomo di Mondeval” completa di corredo funerario, emersa in corrispondenza di un masso erratico a Mondeval de Sora.
Le sezioni di geo-paleontologia e archeologia preistorica, illustrate al primo piano, sono introdotte da un’ampio pannello di localizzazione sul territorio dei principali rinvenimenti esposti in Museo. Apre il percorso una grande immagine di Vittorino Cazzetta, studioso autodidatta e scopritore di numerosi reperti, originario di Selva di Cadore, al quale è stato dedicato il museo. Nel lungo corridoio di ingresso sono raccontati la composizione e i processi geologici che hanno portato alle Dolomiti, a partire dal mare tropicale alla formazione delle montagne, con specifica attenzione per la Val Fiorentina. In due pannelli sono descritte anche l'estrazione di minerali locali, le vicine miniere del Fursil e comunicazione attraverso la “Strada della Vena” e le varie “strade del ferro”.
Nella grande sala un’ampia raccolta di fossili e di campioni di rocce documentano i processi di trasformazione delle Dolomiti durante il Triassico. L’allestimento è arricchito dal grande calco, posto in verticale lungo la parete del Museo, a riprodurre il masso trovato ai piedi del Monte Pelmetto su cui sono state riconosciute le orme di dinosauro: l’effetto della proiezione olografica sul calco si traduce in maniera suggestiva mostrando i dinosauri mentre percorrono le piste.
La sezione di archeologia preistorica contestualizza la sepoltura di Mondeval all’interno di una fase di frequentazione seminomade del territorio alpino, a carattere stagionale, propria del Mesolitico. Viene sottolineata l’importanza del sito archeologico di Mondeval de Sora (2150 m. s.l.m.), in quanto sepoltura preistorica a quota più alta in tutta Europa, illustrando anche i caratteri di sussistenza dell’economia praticata dai gruppi di cacciatori-raccoglitori che frequentavano le praterie delle Dolomiti. La sezione ospita, oltre ai vari manufatti di corredo, anche la ricostruzione della capanna che il gruppo di Mondeval si era costruito, al di sopra della sepoltura, in corrispondenza del masso erratico. Il percorso museale si conclude con il suggestivo allestimento della sepoltura, riferibile a 7.500 anni dal presente.
La sezione che comprende i materiali di epoca protostorica, romana e storica è allestita al II piano del Museo. Il percorso segue un ordine di sviluppo cronologico presentando prima la frequentazione del territorio tra il tardo Neolitico e l'età del Rame, con i complessi litici provenienti dal Riparo Mandriz (1750 m. s.l.m.), e proseguendo con l’esposizione del calco della stele con iscrizione veneta antica poveniente dal Monte Pore, fino ai calchi delle iscrizioni rupestri di tipo confinario, di epoca romana, presenti sul Monte Civetta. Seguono vari rinvenimenti sporadici di epoca medievale, ad attestare la frequentazione specialmente di tipo pastorale dei pascoli circostanti, anche dei più impervi e ad alta quota. E’ presentato infine un nucleo consistente di pergamene molto preziose, che documentano la storia di Selva di Cadore e dei suoi rapporti con il territorio, specialmente in relazione alle importanti risorse minerarie, sfruttate a lungo nella Valle. Chiude il percorso storico il rilievo lapideo del leone marciano, che si riferisce al periodo conclusivo di dominazione della Serenissima, insieme all’antico gonfalone del Comune di Selva di Cadore.
Video di presentazione del Museo
Escursioni nell'area
Escursione alle impronte di dinosauro - masso ai piedi del M. Pelmetto
Durata: 3 hUbicazione/mappa: L’itinerario suggerito parte dal Passo Staulanza (1766 m). Vedi cartina Tabacco 1:25.000 Foglio 015.
Descrizione itinerario: L’itinerario percorre il sentiero CAI n.472, un percorso facile senza dislivello significativo, ma un pò impervio in corrispondenza della parte terminale, con partenza da Passo Staulanza. Il sentiero procede per circa 2,5km con saliscendi all’interno del bosco, fino a giungere in corrispondenza di un bivio, dove è indicato il percorso alle “orme di dinosauro” che procede con un tratto in ripida salita e su ghiaione in direzione delle pendici del Gruppo di Pelmo e Pelmetto. Lungo il sentiero, e possibile ammirare diversi processi che hanno influenzato il territorio, legati all’ultimo periodo glaciale e post glaciale, quali frane, scivolamento e detrito di versante, e residui di morene glaciali.
Lasciato il sentiero principale, dopo l’indicazione, la traccia si fa più incerta e scarsamente segnalata; il masso, posto alla quota massima del percorso (2050 m), è comunque chiaramente sempre visibile e può facilitare l’escursionista.
Giunti al masso di Dolomia Principale, formata dall’accumulo di fanghi in una piana di marea (tidale) circa 230 milioni di anni fa, è possibile ammirare circa cinque piste diverse con un centinaio di impronte fossili riferibili a tre gruppi diversi di dinosauri di varia taglia, tra i quali, le orme di 6-7 cm che possono essere attribuite a Theropoda, probabilmente a Ceratosauria, orme con diametro di circa 15 cm referibile ad un Prosauropode, e orme di circa 12 cm attribuibili ad Ornitischi primitivi. Le impronte sono referibile al Triassico Superiore (Norico/Retico). Da questa zona, è possibile inoltre godere di un meraviglioso panorama su tutta la Valle di Zoldo e, in particolare, sul Gruppo del Civetta e della Moiazza..
Stagione consigliata: da giugno fino a meta’ ottobre
Escursione alle Miniere del Fursil / Strada della “Vena” – Via del Ferro
Durata: 1,5/2,5 hUbicazione/mappa: L’itinerario si imbocca a Troi (1407m), sopra il paese di Colle di Santa Lucia, ma è possibile partire anche dal Museo di Selva di Cadore. Il percorso è segnalato anche sulla mappa: “La Strada della Vena” a cura della Comunità Montana Agordina.
Descrizione itinerario: La Strada della “Vena” percorre tutto l’Alto Agordino (?) ed è legata allo sfruttamento della miniera denominata del “Fursil” (potresti scrivere come mai si chiama cosi?) che si trova poco a monte del paese di Colle Santa Lucia ed era il piu’ importante miniera di ferro nella provincia di Belluno. La miniera è rimasta attiva dalla fine del XII secolo fino a 1945 ed era legata ad una vena di minerale ferroso (per lo piu’ composto di siderite manganesifera). Una volta estratto, il minerale veniva trasportato dalle miniere del Fursil fino ai forni fusori in Valparola presso la confine con la Val Badia ma anche in Alta val Badia, fino al Piccolin. Parte del minerale veniva trasportato e lavorato nei forni veneziani di Caprile, Pescul e Canale d’Agordo, Zoldo, Cencenighe e Borca (potresti scrivere dove esattamente sono i forni?), Il ferro semi-lavorato veniva trasportato fino ai importanti centri di commercio (centers of exchange) di Brunico e Bressanone, ma andava anche riportato a Colle Santa Lucia dove fu venduto ai commercianti veneziani. L’itinerario consigliato è piuttosto breve e percorre una tratto di strada statale, terminando con la visita all’area mineraria del Fursil. Partendo dalla località Fossal (circa 1380m), poco prima del paese di Colle Santa Lucia, si prosegue lungo un sentiero facile verso Pont. Il primo sito del percorso minerario, corrispondente alla Galleria Breda, è localizzato a 1428m. Un breve tratto in salita conduce al imbocco alla miniera di Ru, in località “Ru” a 1533m. (come si passa da “Ru” a “Ole de la Feda”?) Dalla località “Ole de la Feda” si prosegue lungo una comoda stradina asfaltata verso la localita di Costauta (1506m): in quest’area si trovano l’imbocco del percorso minerario de “i Zenge”, dove sono visibili numerose vecchie gallerie abbandonate, e quello de “i Vauz”, nei pressi della grande frana dei Vauz (si può dire qualcosa di più su queste due miniere?). Nei pressi della miniera de “i Vauz”, la stradina scende verso la località di Fossal chiudendo l’itinerario ad anello. E’ anche possibile fare una breve deviazione (con un percorso in auto) e visitare i ruderi del castello di Andraz, attualmente restaurato e musealizzato, che ha avuto un ruolo storico fondamentale non solo in relazione alla “Strada della Vena”, ma anche nella gestione del territorio e lo sfruttamento delle risorse della Val Fiorentina da parte del Principe Vescovo di Bressanone.
Stagione consigliata: da giugno fino a meta’ ottobre
Escursione al sito archeologico di Mondeval de Sora
Durata: 3,5 hUbicazione/mappa: l'itinerario è percorribile sia da Selva, che dal passo Giau, lungo due itinerari il primo più vicino alla sede del Museo e il secondo più panoramico.
Descrizione itinerario: L’itinerario che parte da Selva dalla frazione Toffol di Selva di Cadore, si imbocca la strada silvo-pastorale che raggiunge in direzione est, malga Pian de Vacia (1630 ca). Superata la malga si raggiunge in breve il ponten località “Piera de l’Auta” (raggiungibile anche da Pescul, seguendo il Rio Cordon.- sentiero CAI n. 466). La strada prosegue sino a casera Mondeval de Sot, dalla quale si procede poi per sentiero 466, seguendo ancora per un tratto il corso del Rio Cordon in direzione nord. Si affronta quindi un tratto più ripido di salita in direzione nord-est, fino a raggiungere l’altipiano di Mondeval a quota 1163 e in breve al sito. Il secondo itinerario per raggiungere il sito di Mondeval parte dalla sella del passo Giau (2236m), dal passo si imbocca il sentiero CAI n 436, attraverso il quale si raggiunge la forcella di Zonia e immediatamente dopo la forcella de Col Piombin (2239). Dalla forcella si scende brevemente nell’ampio catino della Val Cernera per risalire poi a forc. Giau (2360). Dalla forcella si apre un’ampia visuale sulla conca di Mondeval, sul Monte Mondeval e sul lago delle Baste. Si prosegue quindi per il sentiero 436 in discesa, costeggiando i contrafforti dei Lastoi de Formin, fino a raggiungere il sito archeologico nei pressi di Casera Mondeval de Sora. L’area di Mondevàl De Sora è un’ampia conca prativa posta a 2150m e circondata da alcune cime imponenti, quali il Monte Pelmo, Monte Civetta, e i sovvrastanti Lastoi de Formin. Questo panoramico avvallamento, dove in corrispondenza di un grande masso erratico è riconoscibile il ben noto sito archeologico, è stato individuato per gli aspetti naturalistici come sito Natura 2000: la conca prativa ospita biotopi sorgivi, prati torbosi, vallette nivali, ruscellamenti e il laghetto palustre delle Baste.
Stagione consigliata: da giugno a ottobre
Museo “Vittorino Cazzetta”
- Selva di Cadore Via 4 Novembre, n. 51
Pubblicazioni
- Dinosauri nelle Dolomiti: Recenti scoperte sulle impronte di dinosauro nelle Dolomiti. Paolo Mietto, Matteo Belvedere e Mara Barbuni. Belluno: Fondazione Angelini in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova (Dip.to di Geoscienze), la Cooperativa di Cortina.
- Guida al Museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore.Comune di Selva di Cadore, 2011.
- L'ascesa della famiglia Crotta e le miniere agordine nel '600: ut leo fortis in adversis. Orietta Ceiner Viel; presentazione di Raffaello Vergani. Belluno: Nuovi sentieri, 2005.
- Il Castello di Andraz e le Miniere del Fursil: un itinerario storico culturale nelle Dolomiti. Mostra in Ciasa de ra regoles, Cortina d'Ampezzo. A cura delle Regole d'Ampezzo, dicembre 1993.
- Geomorfologia del Monte Pelmo : note illustrative della carta geomorfologica del Monte Pelmo. A cura di Mauro Del Longo, Giovanni Battista Pellegrini, Giacomo Renzo Scussel. Regione del Veneto, Centro valanghe di Arabba, 2001 (Firenze : SELCA). + Cartografia (scala 1:10000).
- Mondeval de Sora: importante scoperta preistorica. Elisabetta Gerhardinger e Antonio Guerreschi. Archeologia Viva, anno 7. n. 1-4, 1998.
- L'uomo di Mondeval : le rivelazioni di un luogo magico. DVD video (60 min). Direzione scientifica: Antonio Guerreschi e Federica Fontana, Paolo Mozzi ; un documentario di Andrea De Lotto e Gianni Ferraretto. 2007.
- Sepolture preistoriche nelle Dolomiti e primi insediamenti storici. Atti 1992: convegno 19 settembre 1992. A cura di Andrea Angelini e Ester Cason. Belluno: Fondazione G. Angelini, 1994.
- Miniere e metalli in Cadore. Serafino De Lorenzo. Pieve di Cadore: Edizioni Comitato Cadore 1848-1998, stampa 1999.